Primo incontro di poesia in dialetto all’Università Federico II: ospite Raffaele Pisani

Parlare attraverso la poesia, piuttosto che sulla poesia. Questa mattina, presso il dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli studi di Napoli Federico II, si è tenuto il primo incontro del ciclo sulla poesia in dialetto con il poeta Raffaele Pisani e i docenti Nicola De Blasi, Giuseppe Andrea Liberti e Salvatore Iacolare, moderato da Ida Palisi.

Raffaele Pisani, la cui produzione poetica copre oltre 70 anni di storia, è un esponente della poesia del Novecento animato da un forte impegno civile. Formatosi sotto la guida di E. A. Mario, Pisani è padrone dello strumento e del significato: il dialetto napoletano è la sua madrelingua.

La dicotomia tradizione e traduzione – fatta di una vita di ricerca sull’universalità dello strumento poesia – e l’importanza delle sfumature semantiche nel passaggio tra l’italiano e il dialetto hanno generato un interessante dibattito sul modo in cui la lingua influenza la percezione della realtà; esempio ne è la versione in napoletano dei Promessi Sposi riscritta da Pisani, archetipo comune di “Iss, ess e o malament” e omaggio alle donne e all’amore. La differenza tra “Renzo e Lucia” di Manzoni e “Lucia e Renzo” di Pisani è qualcosa che orienta la fruizione dell’opera in tutt’altra direzione; tanto potente è la lingua. Pisani, esponente dell’avanguardia nel senso di “poesia che trascende la pagina” (dalla parola “letta” al muro di via Stazio, un tempo ornato di una sua opera in pittura blu dal titolo evocativo “I dieci comandamenti”), è una vivida testimonianza di un altro modo di fare poesia, un modo che ha a che fare con il gesto, e non solo con il pensiero. Il suo invito ai giovani è stato quello di avere la forza di costruire i sentimenti «mattoncino su mattoncino, con tolleranza e rispetto reciproco».

Primo incontro sulla poesia - Raffaele Pisani