Ciclo di incontri a cura del Comitato per la Salvaguardia e la Valorizzazione del Patrimonio Linguistico Napoletano – Edizione 2025
È ripartito anche quest’anno il ciclo di incontri a cura del Comitato per la Salvaguardia e la Valorizzazione del Patrimonio Linguistico Napoletano, organizzato d’intesa con la Fondazione Campania dei Festival, che si è svolto da gennaio a maggio 2025 presso il MUSAP – Fondazione Circolo Artistico Politecnico ETS di piazza Trieste e Trento (Palazzo Zapata di Napoli). Ogni appuntamento si è tenuto dalle ore 16:00 alle 18:30.
Il ciclo ha incluso 12 incontri dedicati all'esplorazione, attraverso piste multidisciplinari, all’uso e alla frequenza del dialetto napoletano nel lessico e nelle espressioni rese celebri dal cinema e dalle serie tv, occorse nel teatro e nella poesia dei grandi autori e nella tradizione della canzone napoletana, dall’Ottocento all’epoca contemporanea, fino ad analizzare le incursioni del napoletano nei diversi mondi della narrativa tra cui il fumetto.
MUSAP - MUSEO ARTISTICO POLITECNICO DI NAPOLI, SALA COMENCINI
Dal 20 gennaio al 19 maggio 2025
Dalle ore 16:00-18:30 | ingresso libero
PROGRAMMA
con Giovanni Maddaloni, Emilia Marchi, Patrizio Rispo e Giuseppe Rocca
Giovanni Maddaloni, Emilia Marchi, Giuseppe Rocca e l’attore Patrizio Rispo, animeranno l’incontro inaugurale a ingresso libero su “L’uso del dialetto tra serie e cinema”, un tema molto attuale, anche alla luce delle fiction da prime time e dei tanti film di grande rilevo nazionale ambientati oggi a Napoli.
Giovanni Maddaloni parlerà del dialetto nella serialità televisiva degli ultimi anni con riferimenti particolari a La vita bugiarda degli adulti, di cui si è occupato, ma anche di altre serie come Gomorra.
Emilia Marchi si concentrerà sulla propria esperienza di editor per Un posto al sole: perché alcuni personaggi usano il napoletano e altri l’italiano? Insieme a lei ne discuterà l’attore Patrizio Rispo, il Raffaele della fiction.
Giuseppe Rocca affronterà invece il ruolo politico che ha avuto il dialetto o l’impedimento nell’uso del dialetto: perché alcuni film sono ambientati in un luogo ben preciso ma poi i personaggi parlano un generico meridionalese che non ha niente a che vedere con una specifica realtà antropologica?
con Rossella Pugliese
Sono tanti i legami tra il dialetto napoletano e le altre “lingue” del Sud. Moltissimi i termini e i modi di dire che vengono quotidianamente usati a Napoli come in altri territori meridionali. Culture che si fondono e si confondono, dove le differenze sono ricchezza e variazioni sul tema. Ce lo dimostra, una volta di più, “Rusina”, secondo appuntamento degli “Incontri sul dialetto”, il progetto curato dal Comitato scientifico per la salvaguardia e valorizzazione del patrimonio linguistico napoletano, istituito dalla Regione Campania, e organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival diretta da Ruggero Cappuccio e presieduta da Alessandro Barbano.
Lo spettacolo in calabrese dell’attrice Rossella Pugliese, che debuttò al Campania Teatro Festival nel 2017, è l’evento a ingresso libero di lunedì prossimo 27 gennaio alle ore 16 nella Sala Comencini del Musap- Museo Artistico Politecnico di Napoli in piazza Trieste e Trento (palazzo Zapata).
Selezionato al Milano Fringe per rappresentare l’Italia nell’edizione 2023 del Festival di Avignone, “Rusina” racconta la storia d’amore tra una nonna e la nipote che porta il suo nome. In uno scambio di ruoli, ricco di significati, va in scena la vita di una donna forte, capace di adattarsi alla modernità incombente, in grado di farsi capire con la sua voce roca e sgrammaticata e di rialzarsi sempre dopo ogni caduta. Perché si può morire anche chiedendo un bicchiere di vino rosso, sorridendo e parlando delle persone che abbiamo amato.
Rossella Pugliese, che cura anche la regia dello spettacolo, ha lavorato, tra gli altri, con Ettore Scola, Roberto Herlitzka, Isa Danieli, Lello Arena, Ruggero Cappuccio, Nadia Baldi, Rimas Tuminas ed Eros Pagni. “Rusina” è il primo atto di una trilogia sui rapporti parentali, proseguita con “Ultimo strip” e con il recentissimo “Papàveri”.
omaggio a Vincenzo De Simone
introduzione e letture di Umberto Franzese
con Giovanni D’Amiano, Salvatore Iacolare e Franco Lista
È dedicato a Vincenzo De Simone, l’artista napoletano scomparso nell’estate del 2023 all’età di 77 anni, il terzo appuntamento degli “Incontri sul dialetto”, dal titolo “Il dialetto nelle mani degli scrittori: la poesia”.
All'incontro, che sarà moderato da Salvatore Iacolare, docente di Linguistica italiana presso l'Università di Napoli "Federico II", parteciperanno l’architetto Franco Lista e il poeta Giovanni D'Amiano, medico pediatra, autore di raccolte di versi in italiano e in napoletano, come “'E pprete 'e casa mia” (Edizioni Duemme, 2013), dove porta in primo piano il lessico dialettale tradizionale della civiltà contadina. L’introduzione e le letture in scaletta al Musap nell’appuntamento di lunedì saranno a cura di Umberto Franzese, componente del Comitato e autore della prefazione a ”I ragazzi di Pizzofalcone. Personaggi e interpreti” di Vincenzo De Simone, pubblicato postumo nel giugno scorso dalla casa editrice Iuppiter.
Vincitore del premio Masaniello per la poesia nel 2012, Vincenzo De Simone è anche l’autore del libretto del secondo atto dell’opera lirica “Luisa Sanfelice” e di “‘E cunte d’’o core” (Bertoni Editore), racconti in versi tratti dal libro “Cuore” di Edmondo De Amicis. Tra le sue opere, ricordiamo inoltre la raccolta di “Vierze antiche e nuove” e “Procopio Fortunato”, gioiellino letterario contenuto nel libro “San Ferdinando, Chiaia, Posillipo, storie quotidiane dei quartieri napoletani” (Edizioni della Sera), a cura di Nicola Clemente.
con DADA' e Silvio Martino
L’Italia è spesso nota nel mondo per la canzone dialettale napoletana, che ha continuato ad alimentare la sua fama anche con una musica contemporanea di grande impatto, per cui basterebbe fare solo il nome di Pino Daniele. A partire dagli anni Novanta, tuttavia, il napoletano si ascolta con sempre maggiore frequenza nei generi della musica rap e raggae o nelle contaminazioni della world music, attraendo l’attenzione e il consenso di un ampio pubblico giovanile.
Nel quarto degli Incontri sul dialetto curati dal Comitato scientifico per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio linguistico napoletano e organizzati dalla Fondazione Campania dei festival saranno protagonisti in dialogo l’artista DADA’ e lo speaker Silvio Martino (Rai Radio Live) per parlare di musica contemporanea, in un viaggio tra tradizione e modernità attraverso il suono e le parole della città.
con Ruggero Cappuccio e Claudio Di Palma
“Desideri mortali”, “Edipo a Colono” e “Il sorriso di San Giovanni”. Da tre delle più importanti drammaturgie di Ruggero Cappuccio attinge il suono della sua partitura “Le lingue del teatro”, quinto appuntamento degli “Incontri sul dialetto”, il progetto curato dal Comitato scientifico per la salvaguardia e valorizzazione del patrimonio linguistico napoletano, istituito dalla Regione Campania, e organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival.
L’evento, in programma lunedì 3 marzo alle 16 nella Sala Comencini del Musap- Museo Artistico Politecnico di Napoli, in piazza Trieste e Trento (palazzo Zapata), costituisce, attraverso la lettura di brani significativi delle opere citate, affidata al talento dell’attore Claudio Di Palma, una vera e propria sinfonia sulle lingue teatrali del nostro Paese. Ponendo l’accento, con l’intervento dello stesso Ruggero Cappuccio, anche e soprattutto sull’interazione tra dialetti differenti come il napoletano, il siciliano e il veneziano, autentica ricchezza culturale italiana.
Con Giovanni Abete, Lucia Bucchèri e Francesco Montuori
L’incontro è dedicato all’evoluzione del dialetto nei fumetti e nella pubblicità, da esperimenti linguistici come la traduzione di Diario di una schiappa in napoletano fino alle recenti edizioni dialettali di Topolino. Tema dell’evento sarà anche l’analisi di campagne pubblicitarie di forte impatto emotivo che hanno utilizzato gli slogan in napoletano nella comunicazione commerciale.
con Nunzio Ruggiero (docente in Letteratura Italiana contemporanea presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli)
Forma-canzone e storia della cultura a Napoli tra Otto e Novecento. È questo l’interessante argomento del settimo appuntamento degli “Incontri sul dialetto”, il progetto curato dal Comitato scientifico per la salvaguardia e valorizzazione del patrimonio linguistico napoletano.
Protagonista dell’evento sarà Nunzio Ruggiero che focalizzerà l’attenzione sul rapporto tra il dialetto e la canzone, non soltanto con riferimento alle dinamiche linguistiche, ma riconducendo il fenomeno anche alla forma-città o forma-palazzo come spazio di trasversalità, di convivenza sociale e dunque di scambio tra le culture. Una visione dello storico Gerard Labrot, che consente in questo caso di verificare la compresenza di diversi strati della società all’interno della struttura di capolavori immortali della musica napoletana.
La canzone si libera così di certi stereotipi che la vorrebbero effimera e banale per diventare molto di più, anche per le scelte linguistiche che contiene e per la capacità di essere legata, ieri come oggi, al contesto urbano che la esprime. Spesso attraverso la ricchezza di quella contaminazione e fusione di codici e linguaggi differenti che è da sempre un grande patrimonio della nostra cultura.
con Bernardo De Luca e Carmen Gallo
dialogano con Mariano Bàino, Biagio Cepollaro, Gabriele Frasca e Ferdinando Tricarico
Raccontare come il napoletano si intreccia alla poesia contemporanea è il tema dell’ottavo appuntamento di Incontri sul dialetto, l’iniziativa ideata dalla Fondazione Campania dei Festival in collaborazione con il comitato per la Salvaguardia e la Valorizzazione del Patrimonio Linguistico Napoletano. Lunedì 14 aprile alle 16.00 presso il Museo Artistico
Politecnico di Napoli si tiene Poesia contemporanea napoletana, presieduto da Bernardo De Luca e Carmen Gallo.
L’evento, a ingresso libero, è l’occasione per raccontare come il napoletano si intrecci alla poesia contemporanea, grazie alla partecipazione di Mariano Bàino e Biagio Cepollaro, tra i fondatori della rivista Baldus e Gruppo 93; o ancora, Gabriele Frasca e Ferdinando Tricarico.
L’ultima lezione di cui Cosa Succede in Città ha parlato è stata Forma-canzone e storia della cultura a Napoli tra ‘800 e ‘900, diretta da Nunzio Ruggiero.
La poesia dialettale napoletana raggiunge il successo con Salvatore Di Giacomo, e nel corso del ‘900 il dialetto diventa un nuovo elemento di espressione, riconosciuto con le opere teatrali di Eduardo Scarpetta, Raffaele Viviani, Eduardo de Filippo
con Gea Martire
“Ci sono testi teatrali che catturano: se li leggi non te li scordi più, se li interpreti restano attaccati a te nel tempo. Non li scegli, ti scelgono, hanno la potenza del tuono che rimbomba e lascia un’eco lunghissima che mette in fuga le nuvole”. È con questa suggestiva immagine che l’attrice Gea Martire introduce le sue “Letture drammatizzate da testi di Ruggero Cappuccio”, nono appuntamento degli “Incontri sul dialetto”, il progetto curato dal Comitato scientifico per la salvaguardia e valorizzazione del patrimonio linguistico napoletano, istituito dalla Regione Campania, e organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival.
L’evento, a ingresso libero, in programma lunedì 28 aprile alle ore 16 nella Sala Comencini del Musap- Museo Artistico Politecnico di Napoli in piazza Trieste e Trento (palazzo Zapata), è incentrato su quattro delle opere più famose del drammaturgo napoletano: “Shakespea Re di Napoli”, “Il sorriso di San Giovanni”, la riscrittura di “Edipo a Colono” e “Spaccanapoli Times”.
“Il primo è un tuono lacerante. Impossibile leggere senza perdersi nelle sue pagine, dove sottobraccio passeggiano Basile e Shakespeare -spiega Gea Martire-, dove “…due letterature, due lingue, due stupende architetture espressive, l’inglese elisabettiano e il barocco napoletano, hanno preso a lanciarsi una sfida di suoni che pare l’agone di due sirene ferite a morte…”. Nel 1997 ho invece interpretato “Il sorriso di San Giovanni”, e da allora non mi ha più lasciata la sospensione di un’immaginaria Vallemarosa che, dall’alto di una collina, si allunga verso un cielo lunare dove spuntano luminosissime stelle a rischiarare i dieci personaggi e dove ogni battuta sta a dimostrare come il teatro diventa poesia. La riscrittura di “Edipo a Colono” contiene un gioiello che non posso perdere l’occasione di “indossare”: un monologo di Antigone, custodito negli endecasillabi e settenari di un testo inondato di siciliano. “Spaccanapoli Times” l’ho scelto, infine, perché quello che amo di più della scrittura di Cappuccio è la capacità straordinaria di infilare spesso nei toni lirici, amari, densi di lucido spirito analitico, anche l’irriverenza di uno sberleffo, l’innocenza di una burla. Sono certa che chiudere l’incontro con un momento di divertimento a Ruggero farà piacere”.
introduzione di Rita Librandi
con Mario Martone
IL DIALETTO NELLA GRANDE LETTERATURA: IL SEICENTO E IL SETTECENTO Espandi
Ore 16:00 LETTURE DALL'INFERNO DI DANTE IN NAPOLETANO, a cura di Enzo Salomone, con accompagnamento musicale di Salvio Vassallo. Traduzione di Matilde Pierro Donnarumma.
Ore 17:00 IL DIALETTO NELLA GRANDE LETTERATURA: IL SEICENTO E IL SETTECENTO, con Nicola De Blasi, Salvatore Iacolare, Nunzio Ruggiero e Carolina Stromboli
introduzione di Nunzio Ruggiero
con Antonella Cilento e Antonio Franchini